Palazzina Iacp inagibile dopo il terremoto, il Tar annulla ordinanza della Protezione Civile: «Pericolo per gli occupanti»

una delle palazzine Iacp a Lacco Ameno
una delle palazzine Iacp a Lacco Ameno
di Massimo Zivelli
Sabato 13 Gennaio 2018, 17:09 - Ultimo agg. 18:08
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Per non continuare a vivere nel timore di crolli, sono dovuti ricorrere al Tar per fare annullare l'ordinanza della Protezione Civile che aveva dichiarato agibile l'intera palazzina dopo il terremoto del 21 agosto scorso. È a dir poco clamoroso il provvedimento con il quale il Tar Campania Napoli, in accoglimento del ricorso proposto dall’avvocato Bruno Molinaro per conto di alcune famiglie di Lacco Ameno, ha sospeso l’efficacia degli atti adottati prima dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile - il cui operato è stato pesantemente censurato - e di conseguenza anche dal Sindaco, quale Ufficiale di Governo, in ordine alla ritenuta ed immotivata dichiarazione di agibilità del fabbricato Palazzina IACP, sito alla via Fundera, n. 4. I ricorrenti avevano, in sostanza, lamentato, nella specie, la plateale violazione del principio di precauzione e la ingiustificata perdita del loro diritto all’eventuale sistemazione abitativa alternativa, invocando altresì, molteplici profili di illegittimità degli atti impugnati. Ed in particolare la relazione tecnica del 22 settembre 2017, con la quale una squadra, la n. P124, di tecnici della Protezione Civile formata da geometri, aveva immotivatamente dichiarato il fabbricato IACP agibile, attribuendo ad esso la lettera A, pur non essendo emersa alcuna novità rispetto a quanto accertato appena quindici giorni prima da altra squadra di rilevatori (questa volta ingegneri) inviati dalla stessa Protezione Civile in data 7 settembre 2017, e che avevano viceversa concluso per la inagibilità  dell'immobile. Il TAR ha dato loro pienamente ragione, dando atto nella ordinanza di sospensione della palese contraddittorietà degli accertamenti della Protezione Civile e della necessità di salvaguardare, nelle more del giudizio di merito, la pubblica e privata incolumità,
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